The dress of memories
Testo e regia
Alice Capitanio
Assistente alla regia e organizzazione
Elena Piseddu
Responsabile di produzione
Luca Sorrentino
Costumi
Filippo Grandulli
In scena
Agnese Fois, Emanuele Bosu, Roberta Crivelli, Leonardo Tomasi
Lo spettacolo “The dress of memories”, dopo un primo studio nel 2019 (presentato a Parigi, Mosca e Doha), ha ottenuto il sostegno del Ministero italiano della cultura e del programma SIAE “Per chi crea” e ha debuttato nella versione definitiva nel 2024 a New York, per poi seguire un tour internazionale a Dublino, Berlino, Stoccarda, Madrid, Valencia e Cagliari.
Una donna ricorda il momento in cui il marito si prepara a compiere un passo verso l’ignoto, il suo futuro è la guerra, ma poco prima di partire entrambi si attardano tra i ricordi evocati dall’abito della donna. Nella cultura della Sardegna, l’abito della tradizione illustrava nella sua tessitura i segni del vissuto di colui che lo indossava.
Il vestito diventa il testimone silenzioso di eventi e storie personali, capace di contenere tra le sue trame le vicende della vita quotidiana, i fili intrecciati dell’amore e della morte.
Uno spettacolo teatrale e musicale dedicato alla condizione dell’Addio, esplorata attraverso un mondo sospeso tra ciò che si è stati e si è e ciò che si diventerà.
Lo spettacolo si concentra sul momento esatto in cui l’ordinaria esistenza che ci tiene saldamente legati alle nostre vite viene stravolta in modo irreversibile da eventi al di là del nostro controllo, mettendo fine a come eravamo.
The dress of memories si dipana come un viaggio emozionale attraverso i confini del dolore e della resilienza umana, in cui i protagonisti si trovano a confrontarsi con l’amara realtà della separazione che determina trasformazione. Esplora il delicato equilibrio tra il desiderio di conservare la vita che si conosce e la necessità di partire e cambiare, tra l’illusione di eternità e la crudeltà dell’addio.
I personaggi si misurano con l’incertezza del futuro tra paure e speranze, aggrappandosi al passato e ai loro ricordi. La chiamata al fronte, sebbene sia la ragione dichiarata per la separazione fisica, diventa il palcoscenico su cui si dipana la tensione dell’ impermanenza, il dramma della precarietà di qualsiasi condizione umana.
Attraverso una mescolanza di poesia, musica e movimento scenico, la performance esplora i confini dell’animo umano e offre uno sguardo sulle sfide universali legate alla necessità di affrontare la separazione.
Lo spettacolo avrà durata di 50 minuti.
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